GIALLO! Misteri in giardino - by Dodi


Sì, lo ammetto: il giardino di cui mi occupo non lo vedo e tantomeno riesco a curarlo ogni giorno. E' il giardino dei miei genitori (ricordate? sono di Trieste) e non si trova vicino casa mia. Ho preso ad occuparmene dopo la morte di papà, che è stato il mio 'maestro giardiniere'.  E' un piccolo giardino di città, stretto tra le case, con un impianto formale disegnato dalle siepine di bosso: una sistemazione che risale - credo - a fine '800 o primi del '900. Papà lo ha accudito per cinquant'anni, lasciando la sua forte impronta;  è diventato così una sorta di 'scrigno di memorie', che, proprio per questo, mamma non mi lascia cambiare.
                               Il giardino prima dei miei interventi

Di tanto in tanto però, riesco a introdurre di straforo  qualche erbacea o piccola arbustiva, spesso celandola dentro i sacchetti in cui porto gli scarti vegetali per il compost..... 
Viste le difficoltà, ho cercato di piantare piante fiorifere, robuste e autosufficienti, in grado di sopravvivere senza molte cure e con poca acqua, facendo conto più sulle risorse della natura che sulle attenzioni dell'uomo (o della donna, in questo caso). Però di questi margini di autonomia il giardino sembra averne approfittato per fare di testa sua. Ed è qui che nasce il ‘giallo’, in senso proprio e traslato.
Per quanto riguarda il colore, ho puntato su tinte intense e pure. Nell'aiuola centrale l'idea era di giocare sull'accostamento giallo solare – blu violetto, realizzato accostando rudbeckie e tagetes, dalla lunga fioritura, alla lavanda, alla verbena bonariensis e alla perowskia. Con le rudbeckie mi sentivo sul sicuro: l’anno scorso mi avevano dato un sacco di soddisfazioni. Ma quando le rudbekie sono sbocciate, ecco cosa mi sono trovata davanti:
Altro che giallo solare! Predominava una macchia bruna centrale che non ricordavo proprio. Ma - si sa - la memoria è fallace. E così sono andata a rispolverare le foto dell'anno scorso. Stesso luogo, stesse piante: dopotutto le rudbeckie sono perenni. Ma visione completamente diversa.
Che cosa diavolo è successo? Cosa diavolo ha combinato, a mia insaputa, il giardino?
E che fine hanno fatto poi la verbena bonariensis e la perowskia? Tutti i ‘sacri testi’ e le esperienze dei giardinieri, di cui leggo nei diversi blog e forum, le danno come piante alte (un metro e mezzo sicuro e anche più) e forse un po’ rigide, caratteristiche però che risultavano perfette nella mia situazione. Qui invece - ma solo guardando con molta attenzione – qualche fiorellino si riesce magari a scorgerlo, ma timido e praticamente a raso suolo, perché le piante hanno preso un portamento strisciante. Niente a che vedere con i capolini svettanti che immaginavo facessero da contraltare alle corolle delle rudbeckie!
Dove invece giardino ed io ci siamo capiti abbastanza è stato nell’aiuola che chiamo rosa – azzurro, i colori di cui volevo riempirla. Ho piantato nepete, scabiose e geranium (acquistate in vivaio) oltre a consolida ajacis da seme,  piante che avrebbero dovuto assicurarmi il versante azzurro della bordura. Il rosa era affidato ad alcuni rosai di recente impianto, ai cosmos, alle echinacee, ai papaveri orientali, alle altee, tutte piante provenienti dai miei semenzali, grazie ai semi avuti con gli scambi. Volete vedere il risultato? Eccolo qui:
                                                      Siamo a giugno.....

Anche qui il giardino ci ha messo dentro il suo zampino. La cospicua massa di petunie è tutta opera sua: da dove arrivino non lo so perché io non ne avevo manco una. Ci siamo intesi però sul colore, che direi indovinato.
                                                          ....e qui in luglio
Quel che ci ho messo io invece, è stato in gran parte una delusione, tranne le piante provenienti da vivaio. I papaveri orientali, che  pure erano rigogliosi, sono scomparsi di colpo. Che fine hanno fatto? Temo proprio siano stati mangiati. Le altee ci sono ancora, ma daranno fiori solo il prossimo anno.
 I cosmos sono diventati alti e sgraziati: lungi dall’avere le ampie e morbide corolle che mi piacciono tanto, sembrano degli scopacchi.
Le consolida ajacis sono riuscite a sopravvivere e fiorire. Certo non mi aspettavo le alte spighe blu che si vedono in certi giardini, ma piante alte 10 centimetri con due fiorellini grandi pochi millimetri mi sembrano davvero poco!
Anche le echinacee sono state un totale insucesso: dalla quantità enorme di semi che avevo messo a  germogliare sono nate non più di una decina di piante. Trattate con cura, ripicchettate, fatte irrobustire e infine messe a dimora, ad oggi ne resiste una sola, alta non più di due centimetri e con tre foglie tre. Esattamente uguale a com’era tre mesi fa, anche se regolarmente annaffiata e concimata (non metto la foto:  fa pena!).
Altro mistero le nicotiane. Arrivate anch’esse come semi, non sapevo quale sarebbe stato il colore dei fiori. E’ andata bene: si sono aperte graziose trombette bianche che danno luce alla massa azzurro – blu di petunie e nepete e che – nonostante il caldo africano – da giugno in qua continuano a fiorire .
Del tutto diverse le loro sorelline di semenzale trapiantate in un’altra aiuola, che di fiori non ne hanno messo fuori neanche uno e hanno prodotto solo enormi foglie che mi fanno temere una denuncia da parte del Monopolio Tabacchi.
Insomma pare proprio che il giardino non gradisca le mie intrusioni e decida lui che cosa lasciar crescere, quanto e come, mandando all’aria i progetti che mi sembravano così belli sulla carta o nella mia testa.
Ma voi come fate ad ottenere gli splendidi risultati che vedo documentati nei vostri blog? Siete senz'altro giardiniere e giardinieri più competenti e solleciti di me. Ma i vostri giardini vi assecondano sempre o talvolta vi fanno trovare qualche sorpresina?


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