Da Firenze, un sogno chiamato Oriente–by Josie

John Thomson Cina Firenze
John Thomson – Valle dei Cammelli verso le Tombe Ming - Cina
Un giovane scozzese, con la passione per la fotografia, sogna l’Oriente, lo sogna così tanto che decide di iniziare là una nuova vita e si trasferisce a Singapore.
Siamo a metà dell’800 circa e John Thomson arriva armato di una grande passione e dell’attrezzatura fotografica.
Viaggerà per l’Oriente per una decina d’anni, interessato a luoghi inesplorati e alla popolazione indigena che li abita.
Ma ora è a Firenze, al Museo di Antropologia, e con le sue immagini ci fa volare in un mondo che oggi è perduto.

Sono foto della Cina, negli anni attorno al 1870.
Una valle con cammelli (simbolo della vastità del terrotorio dell’imperatore) scolpiti nella pietra porta alle Tombe Ming.
Thomson fotografa le donne in un’epoca in cui erano considerate poco più che decori, interrogando il loro sguardo, chiedendosi quali fossero i loro pensieri.
Thomson Cina Firenze
John Thomson - Sposa Manchu, Pechino, Cina 1871
Thomson Cina 3
John Thomson – Una Signora, Canton, Cina 1869
Accompagnato da un missionario, esplora l’Isola di Formosa (l’odierna Taiwan), l’Isola Bella, come la chiamavano i Portoghesi.
Trova una natura incontaminata, foreste primordiali.
Immagino la fatica di trasportare con sè una macchina fotografica di legno, con lastre di vetro da lavorare sul momento, i prodotti chimici difficili da reperire.
Thomson Formosa Firenze
Thomson Formosa Firenze
Nel suo cammino trova templi, sembrano usciti da un sogno, con quell’atmosfera rarefatta, come se fossero sospesi.
Dai suoi occhi, dalla sua voglia di esplorare, a noi, oggi.
Thomson Formosa Firenze
Thomson Formosa Firenze
E anche a Formosa, ritrae le persone comuni, le più umili, dando una testimonianza importante e rara delle etnie autoctone che abitavano l’isola.
Ancora una volta, una donna.
Thomson Formosa Firenze
John Thomson – Donna e bambino Baksa, Formosa, 1871
Vorrei che John Thomson ora potesse sentirmi, vorrei dirgli grazie per aver tanto viaggiato, fotografato, perchè la sua curiosità di un tempo sazia oggi la mia.
L’Oriente, tanto più magico, quanto perduto.
(La mostra è in corso e continuerà fino al 2 maggio, qui  e qui ulteriori informazioni.
Ho trovato anche un interessante articolo sulla vita di John Thomson qui.)

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